Prima di intraprendere un viaggio pianifichiamo con cura l'itinerario, calcoliamo i tempi, progettiamo le tappe.
Ma la cosa più sorprendente è scoprire che lungo il percorso ci sono altre uscite, altre strade, molte delle quali non avevamo preso nemmeno in considerazione.
Nel viaggio ci siamo messi in gioco, abbiamo lavorato su noi stessi fino a sentirci finalmente liberi di esprimerci.
E farci commuovere dal mondo.
Dalla visione della trasmissione "Non voglio cambiare pianeta" di Jovanotti alla realizzazione di una prova autentica (3°L).
L'artista comincia il suo viaggio in solitudine partendo dalla costa cilena, lungo la quale recita alcune poesie.
"Che cosa è più triste di un treno?
che parte quando deve,
che non ha che una voce,
che non ha che una strada,
niente è più triste di un treno.
O forse un cavallo da tiro
È chiuso tra due stanghe,
non può neppure guardarsi a lato.
La sua vita e camminare.
E un uomo?
Non è triste un uomo?
Se vive a lungo in solitudine
se crede che il tempo è concluso
anche un uomo è una cosa triste".
(Lunedì - Primo Levi - 17 gennaio 1946 da Ad ora incerta)
Nel loro lavoro, gli alunni della 3° L ripercorrono lo stesso viaggio con le proprie riflessioni e le emozioni che questo suscita in loro.
"Jovanotti viaggia in solitudine e ci spinge a riflettere sulla nostra vita, sulle persone a cui teniamo davvero e su cosa vorremmo fare per cambiare il nostro futuro. Viaggiare in solitudine migliore la nostra responsabilità ed il coraggio di affrontare nuove cose da soli".
"La terra sembra una donna, ha gli occhi colore nocciola e quando si fa buio il suo abito sembra cambiare colore".
"Mi manca molto ammirare il mare, respirare l'aria che emana ed ascoltare il suono delle sue onde".
"Non voglio cambiare pianeta" - 3° L
Ed ha il sapore del viaggio anche l'esperienza dell'isolamento forzato.
La solitudine del lock down diventa un’occasione per cercare dentro di sé e scoprire una grande passione: Carolina Grasso della I N ritrova nella recitazione attimi di felicità, ispirandosi al monologo di Roberto Benigni.
“Saltate dentro l’esistenza ora, perché se non trovate niente ora, non troverete nulla mai più.
È qui l’eternità, non ce n’è un’altra”.
Un lenzuolo bianco e un minuto di silenzio. È stata celebrata così, il 23 maggio di quest’anno, la Giornata nazionale della Legalità, 28 anni dopo quel terribile boato che squarciò l'Italia dell'antimafia, per commemorare le vittime delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio.
Un lenzuolo bianco per rivivere virtualmente il viaggio che la “Nave della Legalità”, ogni anno, ha compiuto salpando da Civitavecchia e raggiungendo Palermo con a bordo migliaia di ragazzi.
In memoria di Giovanni Falcone – 1° N 3° D
Il viaggio: la speranza, la ricerca di sé, l'empatia con il mondo.
No, non vogliamo cambiare pianeta!